Le malattie cardiovascolari costituiscono la causa maggiore di mortalità e invalidità nella popolazione adulta, con l’infarto miocardico al primo posto seguito dall’ictus cerebrale e dalle arteriopatie periferiche.
La principale lotta a queste patologie consiste nella prevenzione, che comprende l’informazione e l’educazione a un più corretto stile di vita, per un più efficace controllo dei principali fattori di rischio mediante diagnosi e trattamento precoce, medico, farmacologico e chirurgico. In particolare, il sesso femminile, che ha aumentato negli ultimi decenni l’esposizione a fattori di rischio significativi come il fumo di sigaretta, dimostra ormai una incidenza delle malattie arteriose vicina a quella del sesso maschile.
La causa più frequente di arteriopatia è l’arteriosclerosi o degenerazione sclerotica (cioè indurente) della parete del vaso che, quindi, perde la sua naturale elasticità. Una manifestazione importante dell’arteriosclerosi è l’aterosclerosi: nella parete dell’arteria degenerata si accumulano sostanze soprattutto grasse (colesterolo) per cui si forma la cosiddetta placca ateromasica che tende a restringere (stenosare) il lume. Evenienza possibile è che del sangue vada a depositarsi sulla placca stessa (trombo) occludendo anche in modo rapido il vaso.
Una volta occluso il vaso, se non ci sono altre vie sufficienti di vasi collaterali di supplenza, arriva meno sangue dal cuore all’organo irrorato e una parte di esso, o a volte l’organo intero, può andare incontro a deficit momentaneo (ischemia), o a morte (necrosi-infarto). Quando ciò accade in un’arteria che irrora il cuore (coronaria) si parla di angina pectoris
e infarto miocardico; se invece vengono colpite le arterie che irrorano il cervello (carotidi), si va incontro ad “attacco ischemico transitorio” (TIA) o a infarto cerebrale (alla base dell’ictus cerebrale). Infine quando questa condizione si crea in un’arteria che irrora gli arti inferiori si assiste alla claudicatio intermittens, con importante limitazione del cammino.
La degenerazione aterosclerotica delle arterie è in relazione con diversi fattori chiamati “di rischio”, quali in particolare l’aumento cronico della pressione arteriosa (in genere superiore ai valori di 140/90), l’aumento della glicemia (diabete mellito), l’aumento dei lipidi ematici (soprattutto del colesterolo), il fumo di sigaretta, l’obesità, la vita sedentaria, lo stress, l’uso di contraccettivi orali e la predisposizione familiare.
La corretta alimentazione è un fattore fondamentale per prevenire le malattie del cuore. Ma non rappresenta l’unica “arma” preventiva. Importante è ridurre il più possibile, in termini generali, i diversi fattori di rischio cardiovascolare.